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La figura di Sinbad, eroe - o forse antieroe - sognatore, a tratti indolente, in oscillazione perenne tra la realtà e la fantasia, tra la vita e la morte, nel corso dei secoli. È lui il protagonista di questi ventiquattro racconti di Gyula Krùdy, per la prima volta pubblicati in Italia. Amante focoso e ambito, amato a sua volta da centosette donne, ma desideroso di possederne ancora di più, Sinbad - nome che il protagonista sceglie per sé ispirandosi apertamente al noto marinaio delle fiabe delle Mille e una notte - vaga inseguendo l'essenza femminile stessa, senza riuscire a trovare pace neanche dopo la morte, perché ogni donna ha un particolare che lo colpisce e che la rende desiderabile, diversa da ogni altra amante precedente, e per questo lui dovrà possederla, seppure solo per il tempo di un breve incontro. La figura di Sinbad si rivela come un vero e proprio alter ego del grande autore ungherese, uomo affascinante e carismatico, spesso al centro delle cronache di inizio Novecento per le sue innumerevoli relazioni amorose e per i duelli che affrontava pressoché quotidianamente. "Le avventure di Sinbad" sono a tratti trasposizione di avvenimenti della vita di Krùdy, così come dei suoi desideri o sogni, raccontati con uno stile originalissimo, paragonato spesso a una vera e propria composizione musicale. La scrittura di questo autore anticipo, secondo alcuni, Marcel Proust, per la preminenza della memoria, del monologo, della nostalgia del passato e per la ricchezza delle associazioni d'idee.